Bilancio Squadre 2024: Red Bull – Bora – hansgrohe
Il primo anno della rafforzata Red Bull – Bora – hansgrohe non è sempre andato come sperato, ma il bilancio è comunque decisamente positivo. Al netto delle delusioni dovute soprattutto alle sfortune di Primoz Roglic, il team si è stretto in modo compatto attorno al suo nuovo capitano, che ha saputo mettere d’accordo gli altri leader, i quali hanno comunque trovato in gran parte il modo di farsi notare e lasciare il segno, portando a casa un bel bottino complessivo di 24 vittorie, di cui 12 nel WorldTour. In un organico incentrato sui grandi giri, in cui il team si porta a casa una vittoria e un secondo posto, langue tuttavia ancora il piatto per quanto riguarda le classiche, specialmente del nord.
TOP
Nonostante un inizio di stagione abbastanza lento e le sfortune delle cadute a Giro dei Paesi Baschi e Tour de France, il miglior corridore del 2024 della Red Bull-Bora-hansgrohe è stato senza dubbio Primoz Roglic. L’esordio dello sloveno con la nuova squadra avviene alla Parigi-Nizza e non è brillantissimo, ma il classe 1989 si rifà presto con il successo nella crono inaugurale nei Paesi Baschi, gara che, come già detto, non conclude dopo essere rimasto coinvolto nella maxi-caduta della quarta tappa (ma era finito a terra anche il giorno prima). La preparazione per il Tour de France passa poi per un Giro del Delfinato dove, oltre alla classifica generale, vince anche due tappe, rischiando però di perdere la maglia proprio nel finale dell’ultima tappa, mentre alla Grande Boucle si trova costretto a inseguire già dalla seconda frazione, dove perde una ventina di secondi dagli altri big. Lo sloveno resta comunque a ridosso del podio fino alla caduta che lo costringe al ritiro per una frattura che, comunque, non gli impedisce di presentarsi al via della Vuelta a España, dove, nonostante una condizione non al top, si porta a casa tre tappe e la sua quarta Maglia Rossa, confermandosi malgrado tutto ad alti livelli.
Elemento fondamentale della squadra è stato ancora una volta Aleksandr Vlasov. Pur mancandogli ancora un grande successo e nonostante abbia ottenuto una sola vittoria stagionale, nella penultima frazione della Parigi-Nizza (tornando comunque ad alzare le bracci al cielo dopo quasi due anni), il russo si è confermato corridore costante, in particolare nella prima metà della stagione, nella quale entra nei primi dieci (e quasi sempre nei primi cinque) di quasi tutte le gare che disputa. Al Tour, corso in supporto a Roglic, è sfortunato come il proprio capitano, dovendo abbandonare la corsa a seguito di una caduta, mentre era in lotta per la top-10, e medesimo ruolo di supporto lo svolge anche alla Vuelta, dove sfiora anche la vittoria al Cuitu Negru, dimostrando quindi di essere in grado di mettere da parte le ambizioni personali per il bene del team.
Tra i top del 2024 della formazione tedesca non può poi non essere considerato Daniel Felipe Martinez, anche lui in grado di ottenere i migliori risultati soprattutto nella prima metà dell’anno. Oltre a vincere il titolo nazionale a crono, il colombiano coglie altri due successi a febbraio (gli unici della sua stagione) alla Volta ao Algarve, che chiude secondo solo alle spalle di Remco Evenepoel, ma il momento più alto della sua annata arriva al Giro d’Italia, dove anche in questo caso viene battuto solamente da un fenomeno, l’imprendibile Tadej Pogacar, riuscendo comunque a conquistare il suo miglior piazzamento in una gara a tappe di tre settimane. Giunge invece piuttosto scarico alla Vuelta, dove in ogni caso si mette al servizio di Roglic, ma nel complesso il suo bilancio finale può comunque essere considerato più che positivo.
Una delle note maggiormente liete della squadra è stato sicuramente il giovane Florian Lipowitz, capace di compiere un importante passo in avanti in questo 2024. Il 24enne stupisce tutti al Giro di Romandia, che conclude al terzo posto alle spalle di Carlos Rodriguez e del compagno di squadra Vlasov, poi, dopo un Giro che lo vede abbandonare dopo poche tappe per via di una forte influenza (ma nel quale fa comunque in tempo a conquistare un quinto posto ad Oropa, dove giunge al traguardo assieme a Martinez e Geraint Thomas), sfiora il successo ai campionati nazionali e vince una gara minore come il Sibiu Tour. Ma il meglio lo dà alla Vuelta, dove alla fine risulta il secondo uomo dello squadrone Red Bull dietro a Roglic concludendo la gara al settimo posto (e al secondo nella classifica giovani) e dimostrando di potersi ritagliare uno spazio importante nei GT in futuro.
Al di fuori delle grandi gare a tappe la compagine tedesca si è vista un po’ meno, ma non per questo sono mancati i buoni risultati. A ottenerne numerosi è stato Jordi Meeus, capace di cogliere due vittorie “minori” e undici podi complessivi su 18 top-10, tra le quali spiccano sicuramente il terzo posto alla Gand-Wevelgem, l’ottavo alla Parigi-Roubaix, il quarto alla Classica di Amburgo e il terzo in una combattutissima gara dei campionati nazionali. Il 26enne si è quindi confermato molto costante anche a livelli piuttosto alti e, se riuscisse a fare un altro passo in avanti, potrebbe togliersi delle belle soddisfazioni in futuro. Lo stesso si può dire per il coetaneo Roger Adrià, che nei prossimi anni potrebbe ottenere ottimi risultati nelle corse di un giorno visti i piazzamenti colti quest’anno, sua prima stagione nel WorldTour. Prodotto della cantera della Kern Pharma, il catalano ha vinto il GP di Vallonia, è stato terzo alla Coppa Bernocchi, quinto al GP di Francoforte e sesto al Giro dell’Emilia, ma sono soprattutto da sottolineare i due undicesimi posti (in entrambi i casi a un soffio dal decimo) ottenuti in due gare estremamente impegnative come Il Lombardia e i Mondiali di Zurigo.
Per quanto riguarda le ruote veloci, oltre al già citato Meeus, raggiungono senza problemi la sufficienza anche Sam Welsford e Danny Van Poppel, nonostante due annate abbastanza diverse. L’australiano parte infatti fortissimo trovando tre vittorie al Tour Down Under, ma in seguito riesce a lasciare il segno solo nella prima frazione del Giro di Ungheria, anche perché poi concentra tutti i suoi sforzi sulla pista in vista delle Olimpiadi di Parigi, dove conquista la medaglia d’oro nell’Inseguimento a squadre. Solo nel finale di stagione, che comunque chiude con gli stessi successi del 2023, ritrova qualche piazzamento. Il neerlandese, invece, non riesce ad alzare le braccia al cielo ma ci va vicino in diverse occasioni, ottenendo numerose top-10 e raccogliendo quindi parecchi punti UCI.
Dopo un paio di stagioni complicate, si è ritrovato a buoni livelli Maximilian Schachmann, che, pur lontano dai picchi di qualche anno fa, è stato in grado di cogliere diversi piazzamenti, il più importante dei quali è sicuramente il secondo posto nella tappa inaugurale del Giro. Tra le note positive possiamo poi inserire una serie di corridori distintisi soprattutto al servizio dei compagni di squadra, come Giovanni Aleotti, prezioso sia per Martinez al Giro che per Roglic alla Vuelta, ma capace anche di ottenere qualche risultato personale, vincendo ad esempio il Giro di Slovenia. Citiamo poi anche Marco Haller, meno presente tra i primi rispetto al passato, ma autore di tanto lavoro oscuro, e Matteo Sobrero, che ha trovato pochissimo spazio per esprimersi in prima persona, ma che si ricorda per quel tentativo nel finale della Milano-Sanremo che, se alle sue spalle ci fosse stata un po’ di esitazione, poteva avere un esito vincente.
Infine, la compagine tedesca può sorridere anche sul fronte giovani. Al quarto anno tra i professionisti, il 23enne Frederik Wandahl ha finalmente iniziato a ingranare ed è riuscito a trovare alcuni buoni piazzamenti, anche se per ora ancora in corse di secondo piano. Positivo anche l’impatto nella categoria maggiore dei giovanissimi Alexander Hajek ed Emil Herzog, capaci di mettersi in evidenza in alcune occasioni e ottenere qualche buon risultato, con il primo che è riuscito anche a conquistare il primo successo tra i pro’ vincendo il titolo nazionale austriaco in linea.
+++ Primoz Roglic
++ Aleksandr Vlasov
+ Daniel Martinez
FLOP
Lascia a desiderare la stagione di Sergio Higuita. Partito bene con un incoraggiante secondo posto ai campionati nazionali colombiani, lo scalatore di Medellin non riesce mai ad ingranare le marce alte, trascorrendo la quasi totalità della stagione a competere per posizioni di rincalzo e senza mai riuscire a trovare neanche quella giornata di grazia che spesso negli scorsi anni gli ha permesso di vincere tappe importanti o di ottenere anche piazzamenti di rilievo nelle classifiche generali. Dopo 3 anni alla formazione tedesca il prossimo anno sarà all’Astana, dove dovrà effettuare il definitivo salto di qualità se vorrà contribuire nella conquista dei punti UCI fondamentali per la formazione kazaka.
Rimane a secco di successi anche Jai Hindley. Nonostante due performance importanti ed incoraggianti alla Volta a la Comunitat Valenciana e alla Tirreno – Adriatico, con la seconda chiusa con un convincente terzo posto in classifica, l’australiano non riesce a calarsi bene nel ruolo di supporto a Primoz Roglic che la squadra gli richiede, faticando spesso a reggere il ritmo dei migliori e limitando così il suo supporto al corridore sloveno. Anche al Tour de France, quando la squadra gli chiede di lanciarsi all’attacco dopo il ritiro di Roglic, non riesce a mettere in mostra le qualità che gli hanno permesso di trionfare al Giro d’Italia, lasciando così molti interrogativi anche in seno alla stessa formazione tedesca su quale potrà essere il suo ruolo per la prossima stagione.
Il trofeo per l’annata peggiore tra tutti i corridori della Red Bull – Bora – hansgrohe però non può che andare ad Emanuel Buchmann. Il nativo di Ravensburg, partito ad inizio stagione con l’idea di puntare sul Giro d’Italia, vede il suo 2024 cambiare totalmente volto a poche settimane dal via della Corsa Rosa quando gli viene comunicata la sua esclusione dalla squadra che avrebbe preso il via da Venaria Reale. Da quella decisione, e con la conseguente polemica aperta con la squadra, il tedesco non riesce più ad esprimere il livello che in passato lo aveva visto competere con i migliori scalatori al mondo anche alla Grande Boucle. Una bruttissima caduta al Giro di Svizzera lo tiene ai box per quasi tutta l’estate con fratture alla clavicola e all’anca, e al rientro alle corse non riesce a trovare quella condizione minima per provare ad essere competitivo. Con il 2024 si conclude, nel peggiore dei modi, un’avventura di 8 anni per lo scalatore tedesco che dal prossimo anno indosserà i colori della Cofidis.
Oltre a questi tre corridori, ci sono stati anche altri atleti che non sono riusciti, per un motivo o per un altro, a rispettare quelle che erano le aspettative di inizio stagione. Ormai lontano parente del corridore in grado di vincere la Liegi-Bastogne-Liegi, Bob Jungels è stato spesso impiegato con un ruolo di supporto, senza però mai riuscire a lasciare il segno neanche per un successo di tappa. Discorso simile anche per Nico Denz, corridore dal palmares meno scintillante di quello del lussemburghese ma che, dopo aver vinto ben due tappe al Giro 2023 non è riuscito a ripetersi. Decisamente anonime, anche da gregari, le stagioni di Anton Palzer, Ben Zwiehoff, Jonas Koch, Patrick Gamper, Filip Maciejuk (che può però consolarsi col titolo polacco a cronometro) e di Ryan Mullen, tutti corridori non sempre in grado di fornire un supporto nei momenti chiave della gara.
Deludente anche il 2024 di Luis-Joe Lührs. Il 21enne di Monaco di Baviera, già al terzo anno con la formazione tedesca, è sembrato anche in questa stagione faticare parecchio nel gruppo, raccogliendo tanti DNF e pochissimi risultati nei primi 30, a dimostrazione di un fisico forse ancora non adatto a questi livelli. Per lui si apriranno il prossimo anno le porte della formazione di sviluppo della Decathlon AG2R La Mondiale, un passo indietro che potrebbe però, in futuro, dimostrarsi la scelta migliore.
Impossibile, infine, dare un voto alla stagione di Lennard Kämna. Il tedesco era partito piuttosto bene concludendo in top-10 la Tirreno-Adriatico, ma poche settimane più tardi è stato vittima di un brutto incidente in allenamento che non gli ha più consentito di attaccare il numero sulla schiena a di tornare a vestire la maglia del team, che lascerà per passare alla Lidl-Trek.
– Sergio Higuita
— Jai Hindley
— Emanuel Buchmann
Classifica UCI
Il team tedesco coglie un buon quinto posto nel ranking per nazioni, grazie in primis al bel bottino del suo rinforzo principale, pur condizionato dagli infortuni, ma anche gli altri big si comportano bene permettendo al team di mettersi già ampiamente al sicuro da una lotta per non retrocedere che il decimo posto della passata stagione non escludeva del tutto. Il primato per l’ambiziosa squadra di Ralph Denk è lontano, ma il podio e la seconda posizione sono ampiamente alla portata.
CORRIDORE |
NAZ
|
ETA’ | PUNTI |
ROGLIČ Primož |
SLO
|
35 | 3471 |
VLASOV Aleksandr |
***
|
28 | 2073 |
MARTINEZ POVEDA Daniel Felipe |
COL
|
28 | 1855 |
LIPOWITZ Florian |
GER
|
24 | 1342 |
MEEUS Jordi |
BEL
|
26 | 1340 |
ADRIA OLIVERAS Roger |
ESP
|
26 | 1151 |
HINDLEY Jai |
AUS
|
28 | 888 |
SCHACHMANN Maximilian |
GER
|
30 | 732.33 |
VAN POPPEL Danny |
NED
|
31 | 731 |
ALEOTTI Giovanni |
ITA
|
25 | 554 |
HIGUITA GARCIA Sergio Andres |
COL
|
27 | 472 |
HALLER Marco |
AUT
|
33 | 444 |
WELSFORD Sam |
AUS
|
28 | 323 |
WANDAHL Frederik |
DEN
|
23 | 318 |
HAJEK Alexander |
AUT
|
21 | 282 |
ZWIEHOFF Ben |
GER
|
30 | 223 |
BUCHMANN Emanuel |
GER
|
32 | 210 |
SOBRERO Matteo |
ITA
|
27 | 207 |
KÄMNA Lennard |
GER
|
28 | 159 |
JUNGELS Bob |
LUX
|
32 | 119 |
Miglior Momento
La Vuelta a España ha chiaramente rappresentato l’apice del team, con l’ennesimo trionfo di Primoz Roglic nella rassegna spagnola che ha permesso al team di portarsi a casa il suo secondo GT della storia. Il momento clou è stato il successo dello sloveno sull’Alto de Moncalvillo, che ha sancito il sorpasso definitivo per andare ad indossare e portarsi poi a casa l’ennesima maglia roja.
Bilancio Red Bull - Bora - hansgrohe 2024
Volate - 6
Classiche - 6.7
Grandi Giri - 8.5
7.1
Sebbene le cose non siano sempre andate come sperato, l'ambiziosa formazione tedesca (ancor di più dopo l'arrivo di uno sponsor importante come Red Bull) si è confermata tra i top team e competitiva soprattutto nelle gare a tappe, anche se il bottino di 24 vittorie poteva essere un po' più ricco. C'è invece da lavorare sul fronte classiche, ma in tal senso la squadra sembra essersi mossa bene già in vista del 2025.
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